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Puente, Ernesto Antonio.

(detto Tito). Percussionista, compositore e direttore d'orchestra statunitense di origine portoricana. Intrapreso lo studio del pianoforte a 7 anni, a 10 si rivelò già un fenomeno alla batteria e alle percussioni. Dopo aver suonato come batterista nell'Orchestra di Noro Morales (dal 1936), nella Machito Band (dal 1941) e nell'orchestra di Pupi Campo (dal 1945), nel 1949 P. diede vita a una sua orchestra, la Tito Puente and His Orchestra; in quell'anno il suo brano Abaniquito divenne uno dei primi mambo esportati in tutto il mondo. Negli anni Cinquanta, insieme a Tito Rodriguez e Machito, P. fu il re del mambo: riscossero un successo incredibile gli album Cuban carnival (1956), Dancemania (1958) e La pachanga (1961). Ma fu negli anni Sessanta che il "mambo king" venne conosciuto dal pubblico di tutto il mondo. Nel 1963 incise Oye como va (compreso nell'album El rey bravo), che Carlos Santana avrebbe portato al successo una decina d'anni dopo. Nello stesso periodo, iniziò la collaborazione con gli esuli castristi Cecilia Cruz e La Lupe, con i quali si esibì per anni nei palcoscenici di mezzo mondo, prima con l'orchestra Fania, poi con la Fania All Stars. Affermatosi, oltre che per le sue vigorose esibizioni con i timpani, come figura centrale della musica jazz, pop e latino-americana, P. lavorò accanto ai maggiori rappresentanti della musica latino-americana e a celebri esponenti del jazz. Nel 1969 ricevette la "chiave d'oro" della città di New York. La carriera di P. fu contrassegnata da numerosi premi. Cinque i Grammy vinti: nel 1978 per Homage a Beny, nel 1983 per Tito Puente and his latin ensemble on Broadway, nel 1985 per Mambo diablo, nel 1989 per Goza mi timbal e nel 2000 per Mambo birdland. Insignito di due lauree honoris causa, il "mambo king" fu anche interprete del film Radio days (1987) di Woody Allen. Istituì inoltre una borsa di studio per aspiranti musicisti (New York 1923-2000).